ALLA MENSA MONASTICA

Il primo sistema a cui si può fare riferimento è quello degli orantes (monaci). Il cristianesimo, alle origini imponeva un preciso modello di comportamento alimentare volto a contrapporsi alla smodatezza pagana. Per i fedeli autentici l’ora del pasto è un momento di riflessione spirituale, di incontro fraterno.

Mentre ai comuni fedeli è concesso cibarsi di tutto quello che la natura offre, i monaci seguono una dieta basata sulla "privazione", cioè sulla rinuncia degli alimenti strettamente legati ai valori terreni. Pur non spingendosi al digiuno totale, i monaci evitano cibi considerati impuri e pericolosi per la salvezza eterna (soprattutto la carne). Questo determina una distinzione sia delle categorie del potens (colui che si serve del cibo come segno del suo potere terreno) sia della categoria di colui che denuncia la propria esclusione dal potere attraverso la povertà/assenza di cibo. Il vero monaco, come si legge nella regola di San Benedetto, è colui che si nutre del cibo dello spirito: egli deve evitare alimenti impuri e prediligere i condimenti poveri e vegetali offerti dalla natura. Deve bere acqua di fonte e vino largamente diluito in acqua solo nelle festività solenni. Deve mangiare in piccola quantità, ad eccezione di quando si ammala o fa lavori duri.

Qualche secolo più tardi si concedono ai monaci alcune innovazioni gastronomiche.

 

 
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