ARCHITETTURA CIVILE
L’espansione demografica europea, che ebbe inizio nella prima metà dell’XI secolo e continuò per tutto il XII, incrementò non soltanto la ripresa delle attività agricole e commerciali, ma anche lo sviluppo urbano.
Ebbe così inizio una nuova cultura socio-economica essenzialmente urbana, basata su piccole comunità autosufficienti che ristrutturarono il territorio europeo in piccole aggregazioni autonome di città e campagna.
Molte di esse rianimarono la spenta vita dei municipia,di pagie di vici romani o si innestarono su ville, corti, pievi e monasteri.
Anche i pellegrinaggi verso Roma e Santiago de Compostela, favorirono la creazione di nuovi nuclei urbani e la rinascita di quelli preesistenti. Ciò nonostante, i centri urbani non diventarono grandi città, eccetto per quelli che acquistarono importanza per il commercio internazionale o perché dominanti politicamente estesi territori.
Le città di media grandezza avevano un’estensione di 18-20 ettari ma molte non raggiungevano nemmeno la metà. Altre come Lipsia e Parigi erano di 30-40 ettari; casi eccezionali erano costituiti da Venezia e Firenze con un’estensione di 300-400 ettari. La densità media si aggirava attorno ai 150 abitanti per ettaro, anche se nei centri più attivi la densità era superiore, dell’ordine di 375 abitanti per ettaro.
Erano essenzialmente quello rettangolare o quadrato tipico del mondo antico (Verona, Firenze, Milano e Lione) mentre in altre come Siena il primitivo impianto venne completamente stravolto. Altre città furono impiantate secondo i criteri ortogonali antichi come Dresda e Cracovia dal perimetro quadrangolare con gli angoli stondati. Tali tracciati, tuttavia non derivarono mai da una meccanica ripetizione di schemi geometrici, ma interpretarono liberamente con una vera e propria invenzione spaziale, le tipologie urbanistiche classiche.
LE CITTA’ DEL "Camino de Santiago" e della "Reconquista"
La ripresa dei regni cristiani furono condizionate da i pellegrinaggi al Santuario di Santiago de Compostela e il ripopolamento delle zone riconquistate agli Arabi; lungo l’itinerario sorsero ospedali, monasteri, centri di sosta e chiese per dare alloggio sia ai pellegrini che venivano da tutta Europa sia ai mercanti e artigiani in cerca di luoghi dove stabilirsi.
La città medievale si presentava come un’entità autonoma, circoscritta da mura, e innervata su poche arterie principali che collegavano i ponti e le porte di accesso ai punti focali comunitari, quello civile costituito dalla piazza del mercato, e quello religioso dalla piazza dove sorgeva la cattedrale; e, generalmente, da un disordinato intreccio di strade secondarie, che di rado superavano i cinque metri di larghezza.
In alcune città italiane le strade principali si trasformavano in lunghi ed ampi nastri continui che separavano i quartieri degli artigiani da quelli dei commercianti. Le stesse strade erano abitate esclusivamente da coloro che esercitavano il medesimo mestiere (macellai, maniscalchi, conciapelli).
Elemento che caratterizzava ogni città era la povertà, di conseguenza l’aspetto delle case corrispondeva alle condizioni economiche e sociali della popolazione. Materiale molto usato per costruire case, e non solo, era il legno che molto spesso era utilizzato anche per costruire lussuose residenze dei signori composte da tre livelli (botteghe al pianterreno, il piano mobile al primo piano e al piano più alto le stanze destinate ai figli).
Caratteristica di ogni abitazione era quella di avere dimensioni che cambiavano al cambiare del livello sociale della persona che vi abitava…Medio-Alte: 200 m.q Artigiani: 75 m.q; l’interno poi di ogni casa variava a seconda delle funzioni che li si voleva attribuire (bottega o abitazione).
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