Testi e scriptoria

Durante tutto l’Alto Medioevo ebbero grande importanza le scuole monastiche, ovvero monasteri dove l’istruzione veniva impartita facendo letture dei testi, e la loro ricopiatura, esercitata in luoghi chiamati scriptoria dove i monaci si dedicavano a scritture e opere di miniatura, con il fine di conservare il sapere, che altrimenti sarebbe andato perso, dimenticato, o deteriorato col passare del tempo sulle pagine dei libri.

Dopo le scuole monastiche nel XII secolo vennero istituite le scuole cattedrali, nelle quali i giovani chierici che le frequentavano, superarono la fase della lettura, della copiatura e della meditazione per discutere il contenuto di un testo secondo i principi della dialettica.

Ma la storia comincia prima...

La diffusione monachesimo nel corso del VI secolo,  trovò in SAN BENEDETTO DA NORCIA e attraverso la sua opera il suo principale ispiratore.

Originario dell'Umbria, figlio di una nobile e ricca famiglia, dopo essere stato un monaco eremita, intorno al 529 fondò sul monte di Cassino l'oratorio conventuale di S. Martino, primo nucleo del futuro celebre monastero, culla e centro dell'ordine benedettino.
Qui scrisse la celebre “REGULA”: "ORA ET LABORA", cioè “PREGA E LAVORA", un codice di vita che doveva a poco a poco essere adottato dalla tradizione religiosa latina fino all'età moderna.

 

Il Monachesimo

Vero centro di produzione e promozione culturale oltre che spirituale, all'interno del monastero al lavoro manuale si affiancava un altro lavoro, del tutto intellettuale. San Benedetto infatti, voleva che i suoi monaci sapessero leggere e scrivere, (cosa a quel tempo molto rara), per poter studiare e meditare la parola di Dio. Era però necessario avere i libri, che potevano essere riprodotti solo copiandoli a mano, da monaco specializzati detti AMANUENSI.

Uno degli ambienti più importanti dell'Abbazia era lo SCRIPTORIUM, (in latino “luogo dove si scrive"), di solito un vasto ambiente esposto a sud e con molte vetrate per favorire la luminosità.
Il lavoro di copiatura era molto lungo e faticoso, basti pensare che solo  per copiare un'intera Bibbia occorreva un anno di lavoro e diverse persone con compiti differenti. Inoltre gli amanuensi erano costretti a stare ore e ore fermi nella stessa posizione, con le dita e la mano che si irrigidivano per i crampi.

Nei monasteri non si copiavano solo testi sacri, ma anche opere di grandi autori latini e greci. Così, grazie alla paziente opera degli amanuensi, sono arrivati sino a noi tanti capolavori, che altrimenti sarebbero andati perduti.

 

 

 
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