Ma la storia
comincia prima...
La diffusione
monachesimo nel corso del VI secolo, trovò in SAN BENEDETTO DA
NORCIA e attraverso la sua opera il suo principale ispiratore.
Originario
dell'Umbria, figlio di una nobile e ricca famiglia, dopo essere stato un
monaco eremita, intorno al 529 fondò sul monte di Cassino l'oratorio
conventuale di S. Martino, primo nucleo del futuro celebre monastero,
culla e centro dell'ordine benedettino.
Qui scrisse la celebre “REGULA”: "ORA ET LABORA", cioè “PREGA E
LAVORA", un codice di vita che doveva a poco a poco essere adottato
dalla tradizione religiosa latina fino all'età moderna.
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Vero centro di
produzione e promozione culturale oltre che spirituale, all'interno del
monastero al lavoro manuale si affiancava un altro lavoro, del tutto
intellettuale. San Benedetto infatti, voleva che i suoi monaci sapessero
leggere e scrivere, (cosa a quel tempo molto rara), per poter studiare e
meditare la parola di Dio. Era però necessario avere i libri, che
potevano essere riprodotti solo copiandoli a mano, da monaco
specializzati detti AMANUENSI.
Uno degli ambienti più importanti dell'Abbazia era lo SCRIPTORIUM,
(in latino “luogo dove si scrive"), di solito un vasto ambiente esposto
a sud e con molte vetrate per favorire la luminosità.
Il lavoro di copiatura era molto lungo e faticoso, basti pensare che
solo per copiare un'intera Bibbia occorreva un anno di lavoro e
diverse persone con compiti differenti. Inoltre gli amanuensi erano
costretti a stare ore e ore fermi nella stessa posizione, con le dita e
la mano che si irrigidivano per i crampi.
Nei monasteri non si
copiavano solo testi sacri, ma anche opere di grandi autori latini e
greci. Così, grazie alla paziente opera degli amanuensi, sono arrivati
sino a noi tanti capolavori, che altrimenti sarebbero andati perduti.
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